| Confezionamento | Bottiglia (75cl) |
|---|---|
| Tipo | Vini |
| Colore | Rosso |
| Annata | 2010 |
| Paese | Italia |
| Tipo di Denominazione | DOC |
| Regione | Piemonte |
| Denominazione | Barolo |
| Tenuta | Prunotto |
| Cuvée | Vigna Colonnello |
| Fase attuale |
Apice
|
*I valori visualizzati qui sono stime fornite dagli utenti dell'app Viniou e non rappresentano un'offerta di vendita.*
| Bottiglia (75cl) | |
| 2025 | 195,00 € |
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Gioventù
2010 - 2014
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Maturità
2015 - 2021
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Apice
2022 - 2034
|
Declino
2035 - 2049+
|
| Vitigno | Percentuale |
|---|---|
| Nebbiolo | 100 % |
Il Barolo Vigna Colonnello 2010 di Prunotto è un vino rosso importante, prodotto nel cuore delle Langhe piemontesi. Si tratta di una cuvée speciale, frutto esclusivo del nobile vitigno Nebbiolo, che nel caso del Barolo esprime al massimo la sua complessità e longevità. L’annata 2010 è considerata una delle migliori del decennio per il Barolo, con un andamento stagionale particolarmente equilibrato che ha favorito una lenta e perfetta maturazione delle uve. Questo vino proviene dal cru Colonnello, situato ad un’altitudine ideale e caratterizzato da marne argilloso-calcaree, tipiche del terroir di Barolo, in grado di conferire eleganza e struttura. Dopo una fermentazione accurata, il vino affina per almeno due anni in botti di rovere e successivamente in bottiglia, sviluppando aromi intensi e complessi.
Il Barolo nasce nel cuore del Piemonte, in una zona collinare che gode di un microclima unico, ventilato ma con buone escursioni termiche. I terreni, ricchi di minerali, uniti alla storica tradizione vinicola locale — che da più di un secolo vede protagoniste famiglie e case come Prunotto — rendono i vini di questa denominazione tra i più grandi al mondo. Le radici storiche del Barolo affondano nell’Ottocento, quando si impose come “il re dei vini e il vino dei re”, grazie anche all’apprezzamento di famiglie reali e nobili europei.
Questo Barolo Vigna Colonnello si abbina a grandi preparazioni della cucina piemontese e internazionale, come il brasato al Barolo, la carne all’albese, i tajarin al ragù di lepre o piatti ricchi a base di tartufo. Si esalta anche con formaggi stagionati, selvaggina arrosto o piatti complessi a base di funghi porcini.
Per apprezzarne appieno le qualità, si consiglia di degustarlo a una temperatura compresa tra 16 e 18°C, dopo un’adeguata ossigenazione in decanter di almeno un’ora. Questo consentirà di godere appieno dei suoi profumi di rosa appassita, liquirizia, spezie dolci e sottobosco, accompagnati da tannini setosi e grande persistenza al palato.
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