| Confezionamento | Bottiglia (75cl) |
|---|---|
| Tipo | Vini |
| Colore | Rosso |
| Annata | 2016 |
| Paese | Italia |
| Tipo di Denominazione | DOC |
| Regione | Piemonte |
| Denominazione | Barolo |
| Tenuta | Curto |
| Cuvée | La Foia |
| Fase attuale |
Maturità
|
*I valori visualizzati qui sono stime fornite dagli utenti dell'app Viniou e non rappresentano un'offerta di vendita.*
| Bottiglia (75cl) | |
| 2025 | 57,00 € |
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Gioventù
2016 - 2020
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Maturità
2021 - 2025
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Apice
2026 - 2040
|
Declino
2041 - 2050+
|
| Vitigno | Percentuale |
|---|---|
| Nebbiolo | 100 % |
Il Barolo DOC “Cuvée La Foia” 2016 della cantina Curto rappresenta una delle espressioni più raffinate del Nebbiolo, il vitigno autoctono per eccellenza delle Langhe. Questo Barolo proviene da uve selezionate nei rinomati vigneti collinari del comune di La Morra, dove il suolo, ricco di calcare e argilla, e il microclima particolarmente favorevole regalano eleganza e profondità al vino. Il 2016 è stato un’annata eccellente per la zona, caratterizzata da un perfetto equilibrio climatico tra sole e piogge moderate, offrendo vini di grande struttura ma anche freschezza. La vinificazione segue la tradizione: fermentazione sulle bucce prolungata e affinamento in botti di rovere che ammorbidiscono i tannini e arricchiscono il bouquet con note evolute.
Il Barolo nasce nel cuore del Piemonte, una regione dal clima continentale mitigato dalle Alpi circostanti e famosa per i suoi suoli marnosi e argillosi, capaci di donare vini di grande complessità. La storia di questa denominazione è tra le più illustri d’Italia: a metà Ottocento il Barolo si afferma come “il re dei vini” grazie al lavoro di famiglie locali e influenze reali. Oggi rappresenta un’autentica icona dell’eccellenza enologica italiana, apprezzata in tutto il mondo per il suo potenziale d’invecchiamento e la capacità di raccontare il territorio.
In virtù della sua struttura, il Barolo Cuvée La Foia accompagna splendidamente piatti robusti come brasati, selvaggina in salmì, agnolotti del plin al sugo d’arrosto o formaggi stagionati come il Castelmagno e il Testun. Un classico abbinamento regionale è la finanziera piemontese o un risotto al Barolo, piatti che mettono in risalto l’intensità aromatica del vino.
Per la degustazione, consiglio di stappare la bottiglia almeno un’ora prima e servirlo a una temperatura di 17-18°C, in calici ampi che favoriscano l’ossigenazione. Così il vino esprimerà appieno le tipiche note di rosa, viola appassita, liquirizia e cuoio, unitamente a una trama tannica vellutata, lunga e persistente.
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